Gilles De Rais, nobile francese del XV secolo, combatte al fianco di
Jeanne D’Arc e, al termine della Guerra dei Cento Anni, si ritrova ad essere uno degli uomini più ricchi e potenti della Francia. Gilles De Rais non è ricordato né per il glorioso passato militare né per essere stato fedele di Jenne, ma per il lato oscuro della sua personalità che lo spinse a rapire, torturare e uccidere centinaia di bambini, figli di contadini per la maggior parte. Si tramanda inoltre che l’ufficiale usasse circondarsi di stregoni e alchimisti esperti in magia nera, con i quali cercava la formula per trasformare il metallo in oro. Ma procediamo per gradi.
Gilles de Montmorency-Laval, detto Gilles de Rais, il più grande “tueur en série” , serial killer della storia di Francia, quando venne arrestato e minacciato di tortura,confessò di essere un omosessuale e un pedofilo. Due reati che a quel tempo erano puniti con la confisca di tutte le proprietà e con la pena di morte.
La storia ci consegna così Gilles De Rais come uno dei peggiori e più sadici assassini dell’umana esistenza. La maggior parte degli studiosi lo descrive come un cavaliere al servizio del Re, che una volta in pensione trascorse il tempo libero a violentare e uccidere ragazzini.
Altri invece sostengono che sia rimasto vittima di una congiura, perché è impossibile che sia riuscito a rimanere impunito per tutti quegli anni. Secondo questa ipotesi, De Rais sarebbe stato accusato con delle finte prove e condannato da un tribunale truccato, dal quale non riuscì a difendersi a causa della sua scarsa intelligenza, cosa che ritengo scarsamente probabile, visto che, oltre a essere Marescillo di Francia, portava sul suo vessillo i gigli reali, era il braccio destro di Jeanne d’Arc, la Pucelle d’Orleans, eroina e oggi santa protettrice di Francia, che aveva riconquistato Orleans e rimesso sul trono uno dei più stupidi e pavidi re della storia francese, Carlo VII di Valois. Ma ovviamente durante il processo e l’arresto di Jeanne, si guardò bene dal confessare di averla usata per i suoi scopi, tenuta in altissima considerazione, sia come militare che come stratega. Gilles era amico e fedelissimo di Jeanne, dobbiamo presupporre che Jeanne, troppo impegnata a salvare la Francia dall’invasore, non si sia accorta di avere di fianco un pazzo omicida o alla fine della guerra quest’uomo, soldato rozzo e generoso confidente, si trasforma in un mostro? Cosa lo porta a un cambiamento così radicale?
Per capire meglio Gilles De Rais e la sua storia, dobbiamo innanzitutto cercare di immaginarci la società in cui si svolgono i fatti. La Francia del 1400 è un paese tormentato dalla guerra, dalle pestilenze, dalla violenza e dagli intrighi politici. Un paese dove le cariche nobiliari e il potere vengono svenduti al miglior offerente, mentre i matrimoni strategici sono all’ordine del giorno.
Gilles nasce nel 1404, presumibilmente a Champtoce, in uno dei tanti castelli di proprietà della sua famiglia, chiamato la Torre Nera.
La Francia è ancora in guerra con l’Inghilterra a causa della disputa sull’erede del trono francese.
La causa della guerra risale al 1066, quando William il Conquistatore, Duca di Normandia, aveva invaso l’Inghilterra e ne era diventato Re. Le discendenze, la disputa su alcuni territori importanti come le Fiandre e diversi matrimoni combinati in 300 anni di storia hanno fatto il resto.
La guerra è scoppiata ufficialmente nel 1337, ma è risaputo che la Guerra dei 100 Anni sia stata piuttosto un insieme di battaglie sanguinose, separate tra loro da molti anni di tregua e alleanze momentanee.
Negli anni dell’infanzia di Gilles, sul trono inglese siede Enrico V, che è riuscito nell’impresa di riappacificare Inghilterra, Scozia e Galles e adesso pretende il trono francese.
A Parigi invece regna Carlo VI, detto “Il Pazzo”, è malato di schizofrenia, porfiria e disturbi bipolari. Sono note a tutti le sue famigerate “crisi”, durante le quali il Re fa cose tremende, una volta attaccò e uccise i soldati della sua scorta, dimenticò il suo nome e di essere re, fuggendo terrorizzato dalla moglie. Non riconobbe i figli, sebbene identificasse il fratello ed i consiglieri e ricordasse i nomi delle persone defunte. Vagava per il palazzo ululando come un lupo, si rifiutava di fare il bagno per mesi e soffriva dell’allucinazione di essere fatto di vetro. Il paese, per rimediare a un monarca del genere, si ritrovò diviso in diverse regioni, ognuna delle quali governata da un feudatario che disponeva di grandi poteri, come coniare monete e fare leggi. In cambio il governo francese si accontenta di disporre dei servigi degli eserciti di questi Signori.
I primi anni di vita del giovane De Rais sono a noi sconosciuti. .
All’età di 11 anni perde la madre, Marie. Suo padre, Guy, muore invece pochi mesi dopo, ucciso da un cinghiale durante una battuta di caccia.
Nel proprio testamento, l’uomo lascia precise istruzioni affinché, per nessun motivo, i suoi due figli, Gilles e Rene, vengano affidati alla famiglia De Craon, dalla quale veniva sua moglie. Jean De Craon, padre di Marie, rimasto senza eredi, decide di venire meno alle volontà del proprio genero per il bene dei propri possedimenti. Così, verso la metà del 1416, Gilles e suo fratello si trovano affidati alle cure del terribile nonno .
Jean De Craon è un abile politico e cospiratore. Agisce senza una coscienza e fa di tutto per raggiungere i propri scopi, principalmente legati al profitto. Non a caso, è il secondo uomo più ricco della Francia. La sua influenza negativa si riversa immancabilmente sui due bambini. Mentre nei castelli dei loro genitori erano stati istruiti nella morale, nella religione e nelle discipline umanistiche, nel castello del nonno, situato a Champtoce, vicino alla Loira, vengono istruiti nelle arti militari e vengono plagiati dall’amoralità di Jean. E’probabile che Gilles abbia sviluppato proprio in questo castello la perversione e la follia che esploderanno in età adulta.
Quando Gilles compie i 13 anni, Jean negozia il matrimonio tra lui e Jeanne Peynel, la figlia del Duca di Normandia. La ricchezza in dote è pari a quella di Gilles e il matrimonio avrebbe reso la casata De Craon la più potente e ricca della Francia intera, ma il Parlamento francese riesce a trovare un motivo abbastanza valido per impedirlo. Dieci mesi dopo, Gilles viene dato in fidanzato alla nipote del Duca della Borgogna. Anche questo matrimonio salterà, ma gli archivi storici non sanno spiegare il motivo.
Passano due anni e il 16enne De Rais è costretto dal nonno a rapire Catherine Thouars, una sua cugina erede di numerosi terreni. Jean fa rinchiudere nelle segrete del castello tre parenti della giovane che si erano avventurati in un’operazione di salvataggio, poi, nel 1420, sposa i due ragazzini e comincia le negoziazioni con il padre della ragazza, Milet Thouars. L’uomo però muore misteriosamente qualche tempo dopo e, in seguito alla liberazione degli ostaggi, Jean riesce a far riconoscere il matrimonio dalle autorità ecclesiastiche.
Gli anni successivi scorrono in una relativa tranquillità, fino a quando, nel 1429, Gilles non incontra Jeanne D’Arc, divenendone consulente e primo generale di Giovanna D’Arco. È in questo periodo che Gilles riceve la massima carica militare francese, maresciallo.
Nel 1432, Giovanna D’Arco cade vittima delle macchinazioni di un consigliere del Re e viene bruciata come eretica, mentre il nonno di Gilles, Jean De Craon, muore di malattia.
Sul letto di morte, l’uomo si pente di aver vissuto in maniera immorale e di aver cresciuto una persona spietata come suo nipote. Nel testamento, per farsi perdonare di tutto il male che aveva procurato in vita, l’uomo lascia tutte le proprietà ai contadini del luogo, mentre i soldi vengono destinati a un fondo per edificare due ospedali. Ai nipoti viene lasciata la spada personale. Finalmente finisce la Guerra dei Cento anni e i nobili tornano a gestire i propri terreni.
Tornato a Champtoce, Gilles si accorge che la vita sedentaria da eroe in pensione non fa per lui. La pratica militare in quegli anni aveva contribuito a celare la sua bramosia di morte, ma ora non c’è più nessuna battaglia da combattere. Memore delle stragi di nemici, il suo corpo desidera tornare a provare l’eccitazione del sangue che scorre fuori dal corpo di una vittima.
Gli archivi dell’epoca non sono molto precisi, ma la prima vittima di De Rais dovrebbe risalire al 1432, quando l’uomo si trasferisce con i suoi cortigiani al castello di Machecoul.
La vittima è un anonimo garzone di 12 anni, che un cugino di Gilles aveva mandato al castello per consegnare un messaggio. Alle autorità verrà raccontato che il bambino è stato rapito da una banda di briganti dei boschi.
Vestiti con gli abiti migliori e invitati a un banchetto, i bambini vengono trascinati dopo il pasto in una stanza nascosta, dove sono ammessi solo De Rais e i suoi servitori più fedeli.
Qui la vittima di turno viene appesa per il collo ad un gancio di ferro e quindi stuprata diverse volte. Tra una violenza e l’altra, Gilles De Rais toglie il ragazzo dal gancio e gli fa coraggio, consolandolo. Ad un certo punto, durante uno di questi gesti di conforto, il ragazzo viene ucciso.
Gli sventurati vengono assassinati in diversi modi, dalla decapitazione al taglio della gola. A volte vengono smembrati, altre volte vengono presi a bastonate sull’osso del collo. In alcuni casi, l’assassino si siede sulla loro pancia, facendosi un sacco di risate e masturbandosi nel vederli soffocare. Quando Gilles dispone di più teste decapitate, improvvisa macabre gare di bellezza.
De Rais fa forgiare anche una spada speciale, una spada a doppia lama corta e molto spessa, che lui chiama “braquemard” e che viene utilizzata appositamente per sgozzare i bambini.
Difficilmente le vittime vengono lasciate vive per più di una sera e occasionalmente il Barone ha rapporti anche con i loro cadaveri oppure gioca con le loro viscere.
I corpi vengono poi cremati e gettati nel fossato.
Gilles non è solo. Agisce con i suoi cortigiani. Non si sa con certezza fino a che punto siano costretti a reggergli il gioco e fino a che punto siano invece esseri perversi come il loro padrone. Uno dei principali coinvolti è un giovane, soprannominato Poitou, inseparabile braccio destro di Gilles. Originariamente arrivato nel castello come vittima, è stato risparmiato per la sua straordinaria bellezza e promosso al grado di complice.
Si sa inoltre che alcune persone procacciavano le vittime per lui.
Uno di questi è il cugino, Gilles De Sille, che gli manda numerosi bambini. Un altro procacciatore di vittime è Roger Briqueville, mentre un’anziana donna, soprannominata “La Meffraye”, si aggira per i borghi contadini rapendo bambini.
Tutte queste persone confesseranno i loro crimini durante il processo a De Rais.
Ben presto cominciano a girare strane voci sul castello di Machecoul.
Le numerose scomparse di bambini dai villaggi mettono in allarme la popolazione contadina. De Sille sparge la voce che i bambini sono stati consegnati al Re d’Inghilterra, secondo un patto di pace, e che saranno educati come paggi di corte. Gli archivi non ci sanno dire se queste voci bastarono a placare l’opinione pubblica, ma di sicuro le scomparse continuarono senza freno.
Anche misticismo, spiritualità e religione giocano un ruolo importante nella vita di Gilles De Rais.
E’ proprio il conflitto tra questo suo aspetto religioso e caritatevole con i crimini che avrebbe confessato sotto tortura che spinge molti studiosi a dubitare della reputazione criminale che accompagna il nome di Gilles da secoli.
Fervido e generoso sostenitore della Chiesa, De Rais fa edificare numerose cappelle e addirittura una cattedrale, stipendiando anche gli ecclesiastici necessari a svolgere tutte le funzioni.
Come compagno di Giovanna D’Arco, era stato testimone dei suoi miracoli, per esempio l’improvviso cambiamento di vento durante una battaglia in seguito a una preghiera della donna. Era al suo fianco quando l’eroina si era strappata via dalla spalla un dardo che avrebbe mandato all’ospedale un cavaliere di taglia media. L’aveva ascoltata pronunciare profezie che si sono poi avverate.
Per questo a Gilles non è mai risultato difficile credere nel soprannaturale, anche se secondo alcuni storici si sarebbe presto convertito all’alchimia e alla necromanzia e alla magia nera per ripristinare la sua ricchezza e il potere perduto.
Nel 1439, Rene De Rais, preoccupato dallo sperperare del fratello, riesce ad ottenere dal Re un editto che gli conferisce il controllo del castello di Champtoce e impedisce a Gilles di vendere qualsiasi appezzamento di terreno della famiglia.
Quando Gilles scopre che Rene sta venendo in visita con le intenzioni di prendere possesso anche del castello di Machecoul, si fa prendere dal panico e ordina a Poitou e a Henriet (un servo anziano e molto fedele) di uccidere e bruciare immediatamente i 40 bambini che sono ancora tenuti in ostaggio nel maniero.
La cosa viene fatta troppo in fretta e viene scoperta da due nobili amici di De Rais, che decidono però di non denunciare il fatto, in quanto le vittime sono semplici e miseri contadini.
Il timore di Gilles si rivela comunque corretto. Tre settimane dopo essere passati da Champtoce, Rene e un suo cugino occupano Machecoul.
Gilles De Sille e un servitore vengono incaricati di distruggere tutti gli attrezzi alchemici e di far sparire alcuni scheletri rinvenuti nelle segrete, sui quali i familiari di Gilles non si interrogano nemmeno, innalzando di proposito un muro di silenzio.
Impotente politicamente, in pensione a soli 36 anni, senza i soldi per pagarsi un esercito e privato del potere di gestire le sue proprietà, Gilles De Rais è ormai finito.
L’inizio della fine si colloca nei primi mesi del 1440, quando Gilles, messo insieme un piccolo esercito di briganti, fa irruzione nella chiesa di St. Etienne de Mermorte durante un’importante rito cattolico. Con lo sguardo da pazzo e brandendo un’ascia, Gilles prende in ostaggio il prete, fratello di un nobile che aveva occupato un castello dei De Rais costringendoli a venderglielo, pretendendo la liberazione della sua proprietà.
E’ a questo punto che i nemici di Gilles decidono che il rivale è andato troppo oltre.
Jean V, Duca della Bretagna (il fratello del prete sequestrato) è il primo a muoversi e a formare un’alleanza con il Vescovo di Nantes, Jean De Malestroit, rivale della famiglia De Rais da molti anni.
Malestroit comincia l’operazione anti-Gilles De Rais, raccogliendo deposizioni e informazioni da sette persone vicine all’ex combattente, mettendo insieme tutte le informazioni utili. Possiamo immaginare la sua reazione quando scoprì del libro magico scritto con il sangue dei bambini per invocare i Demoni e delle torture ai danni dei giovani contadini.
Nel luglio del 1440, viene finalmente pubblicato il documento “Milord Gilles de Rais, cavaliere, signore e barone posto sotto la nostra giurisdizione, con certi complici tagliò le gole a molti giovani e ne uccise atrocemente degli altri. E’ stato dichiarato che lui ha praticato con questi bambini la sodomia. Spesso ha cercato di convocare a sé degli esseri infernali, facendo anche sacrifici umani in loro nome, e ha perpetrato altri orrendi crimini sempre restando entro i limiti della nostra giurisdizione…”
Nonostante il documento sottoscritto dal vescovo di Nantes, Gilles tiene duro e si barrica nel castello di Tiffauges. Lui è Maresciallo di Francia, capo militare del Re, padrone spirituale del potente Demone Barron e signore dei villaggi di Rais: nessuno avrà mai il coraggio di sfidarlo e di presentarsi al castello per accusarlo di eresia e omicidio.
I suoi complici intanto, Gilles De Sille e Roger Briqueville avevano messo da parte dei soldi per un’evenienza simile e fuggono. Henriet tenta inutilmente il suicidio.
Solo Poitou e i due maghi Prelati e Blanchet rimangono fedeli a De Rais, attendendo il proprio fato nel castello.
Ad agosto, il Conestabile della Francia, fratello del Duca di Bretagna, prende possesso del castello di Tiffauges e chiede il permesso alle autorità per poter arrestare De Rais, che nel frattempo si rifugia a Machecoul. L’autorizzaziona arriva il 14 settembre 1440. De Rais viene portato a Nantes, dove un tribunale lo interroga sull’assalto alla chiesa di St. Etienne de Mermorte. Nessun fa cenni agli omicidi di bambini o alla passione per il soprannaturale.
Non trattandosi di un cittadino comune, la custodia di Gilles si svolge nelle comode stanze di un castello a Nantes. Mentre lui si gode questa “vacanza” forzata, il giudice principale della Bretagna, Pierre De L’Hopital, fa interrogare i genitori e i parenti dei bambini scomparsi nei dintorni di Machecoul. Molte donne dichiarano di essere state costrette da Poitou a consegnare i loro figli per permettere a De Rais di condurli al castello dove ne avrebbe fatto dei cortigiani.
Gli interrogatori ai parenti delle vittime vanno avanti da 18 settembre all’8 ottobre, sotto l’occhio attento del Vicario dell’Inquisizione, Jean Blouyn.
Il 13 ottobre 1440, accusano formalmente De Rais di 34 omicidi (avvenuti a partire dal 1432), di sodomia, di eresia e di assalto contro un rappresentante della Chiesa. L’accusa chiede di alzare il conto delle vittime a 140, a partire dal 1426.
Convocato di fronte al tribunale per rispondere ai capi di accusa, Gilles De Rais attacca verbalmente le persone che lo stanno interrogando, chiamandoli simoniaci (i venditori di indulgenze) e dichiarando di preferire l’impiccagione immediata piuttosto che parlare con loro. In tutta risposta, gli ecclesiastici di Nantes lo scomunicano.
E’ una mossa astuta, che fa vacillare il credentissimo Gilles, preoccupato adesso della propria anima. Per questo l’imputato, due giorni dopo, visibilmente provato, riconosce l’autorità della corte e, inginocchiato e in lacrime, chiede umilmente perdono.
Il Vescovo, avendo ormai ottenuto la sua collaborazione, lo riammette prontamente nella Chiesa.
Nonostante ciò l’accusa chiede ed ottiene che Gilles venga torturato presso La Tour Neuve, per avere la sicurezza che l’imputato confessi tutto quello che ha fatto. Gilles De Rais, prima ancora di cominciare il “trattamento”, si dichiara disponibile a consegnare una confessione dettagliata e firmata. Nella confessione, Gilles scagiona i propri complici, dichiarandosi unico colpevole e responsabile. Confessa inoltre di aver agito per soddisfare i propri bisogni carnali e i propri vizi, senza altri scopi.
La confessione non contiene l’ammissione di aver tentato di invocare il Demonio. Siamo in un’epoca in cui l’omicidio di un contadino è ritenuto davvero di poco conto rispetto a un’eresia.
Per riuscire a condannare a morte il Maresciallo, i giudici hanno bisogno di una confessione anche sul piano esoterico. Per questo interrogano il mago italiano, Prelati, complice nelle messe nere, che prontamente confessa di aver aiutato Gilles a invocare i demoni.
Condannato all’ergastolo, Prelati riuscirà ad evadere qualche anno dopo, ma, tornato a fare il mago, verrà definitivamente catturato, condannato per eresia e impiccato.
Il tribunale, nel frattempo, condanna Gilles, Poitou, Henriet ad essere appesi per il collo fino alla morte e poi bruciati.
Gli imputati vengono condotti alla forca il 26 ottobre 1440.
Prima della sua esecuzione, Gilles pronuncia un lungo sermone. Ammette i suoi peccati ed esorta gli astanti ad allevare i loro bambini in maniera severa e secondo gli insegnamenti della Chiesa.
Gilles viene impiccato subito dopo. Il suo corpo, prima che la pira infuocata lo raggiunga, viene portato via e seppellito con rito cattolico.
La chiesa dove si trovava la tomba andrà distrutta durante la rivoluzione francese.
Che sorte hanno avuto gli altri? La moglie Catherine Thouars, sparita dalla scena poco dopo il matrimonio, si sposò con Jean De Vendome, un uomo ricco e potente, alleato dell’ormai potentissimo Duca di Bretagna, il presunto burattinaio di tutta la storia. La figlia di Gilles, Marie De Rais, si sposò con un ammiraglio della marina militare francese, stranamente nemico del Duca di Bretagna, ma morì senza figli. Il fratello Rene, ereditata la maggior parte dei beni, compreso il titolo di Barone, soggiornerà nel castello di Champtoce fino alla morte, controllato come un carcerato dagli uomini del Duca di Bretagna. Morirà nel 1473, lasciando una figlia che rimarrà senza eredi.
La casata De Rais, che il vecchio Jean De Craon aveva cercato in ogni modo di preservare e rendere potente era dunque finita miseramente. “Barbe Bleu” era finito,la sua leggenda no.
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