LABORATORIO PER LO SVILUPPO DELLA CONOSCENZA DI SE’ ATTRAVERSO EMOZIONI, SENTIMENTI E LA RELAZIONE CON GLI ALTRI

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Leda e il fiore dai mille colori (1° Episodio)

Finalita’:

riconoscere le proprie emozioni, sentimenti e vissuti e trovare il modo o le parole per esprimerli. riconoscersi nelle emozioni, sentimenti e vissuti degli altri.

 

Obiettivi::

  1. aiutare il bambino a conoscersi meglio
  2. stimolare motivazioni e curiosita’ esplorativo-intellettive in grado di metterli in azione davanti a situazioni incerte, problematiche e ambigue.
  3. incentivare a riconoscere nell’oggetto o nell’evento l’elemento problematico e individuarne le varie soluzioni.
  4. mettere in condizione il bambino di esprimere senza timore le proprie intenzioni.
  5. confronto delle proprie idee con quelle degli altri
  6. acquisire maggior sicurezza in se stessi e negli altri

 

risultati  attesi :

  1. maggiore conoscenza di sé
  2. maggiore sicurezza di sé
  3. creazione clima positivo di classe
  4. conoscenza dei compagni
  5. fiducia nei compagni
  6. riconoscimento autorità adulto
  7. miglioramento capacità comunicativa

 

PRESENTAZIONE

 

La storia

 

La storia di Leda è un pretesto narrativo, che, per la sua semplicità strutturale, risulta particolarmente adatto ai bambini della scuola primaria. È la storia di un piccolo folletto, Leda, il cui aspetto viene descritto all’inizio nei minimi dettagli, e che a un tratto, senza grossi preamboli, intraprende un viaggio alla ricerca del “fiore dai mille colori”. Non è l’unico personaggio che anima la storia. Compaiono altri folletti, ognuno con caratteristiche ben precise, e altre figure che si scoprono man mano. Al centro del racconto è il “viaggio”, simbolo di un percorso di crescita e di cambiamento. Ci mostrerà il protagonista messo di fronte a situazioni in cui spesso dovrà fare delle scelte, dissipare dubbi, superare difficoltà e conflitti. Leda abita in un villaggio e ha tanti amici coi quali gioca volentieri. Un giorno, durante un gioco, trova una mappa misteriosa che promette di guidarlo alla scoperta del “fiore dai mille colori” e decide, con qualche esitazione, di seguirla. Alcuni suoi amici partiranno con lui, altri no, ognuno con aspettative diverse nei confronti del viaggio. I folletti vivranno  molte avventure: attraverseranno il Bosco Nero, personaggi che sono ciò che non sembrano, situazioni particolari. Piano piano i suoi amici rinunceranno e Leda si troverà solo insieme a un compagno. Insieme arriveranno a destinazione e scopriranno che arrivo e partenza a volte possono coincidere, senza per questo far perdere di significato e di fascino il viaggio, vera meta. Leda e Adel impareranno a vedere il quotidiano con occhi diversi e torneranno al villaggio profondamente cambiati.

 

I momenti di ogni incontro:

devono seguire un rituale, preciso, sempre lo stesso:

 

  1. si stabilisce insieme un saluto
  2. lettura dell’insegnante
  3. elaborazione con immaginazioni, simulazioni, esperienze
  4. ricomporre il gruppo e rituale d’uscita

 

REGOLE DA RISPETTARE

 

  1. non si esprimono giudizi e valutazioni né positivi né negativi su tutto ciò che viene raccontato e detto ognuno comunica ciò che sente giusto col modo che ritiene giusto
  2. ognuno cerca di esprimere ciò che sente, senza preoccuparsi di deludere le aspettative (anche nascoste) degli altri.
  3. nel laboratorio non c’è spazio per: suggerimenti, risposte, consigli
  4. fuori dal setting non si parla di ciò che avviene lì
  5. rispetto per tutto ciò che si dice. le persone non vanno analizzate, sottoposte a domande, si deve tutelare silenziosamente e comprendere silenziosamente.

 

ATTIVITA’

 

  1. drammatizzazione e giochi di ruolo
  2. conversazioni guidate
  3. attività grafico-pittoriche
  4. attività ludiche

 

 

1° EPISODIO

 

C’era una volta un folletto. Uno come ce ne sono tanti. Del tutto identico a quello che ogni bambino riconosce subito. Era piccolo e smilzo, dagli occhi furbi e dai gesti vivaci. Portava in testa un lungo cappello a punta che non toglieva nemmeno per andare a dormire. Indossava comodi vestiti di panno colorato e portava ai piedi calzari silenziosi e comodissimi. Viveva in un bosco di faggi, querce e castagni. Un normale bosco, ma a lui, che era piccino, sembrava immenso. Iniziava sul finire dei campi e si inerpicava sulla collina.  Viveva alla base di una grande quercia, in una casina accogliente e calda. Non era solo Leda, insieme a lui nel bosco vivevano altri folletti. Tutti lavoravano, giocavano, mangiavano e dormivano. A volte Leda era allegro, altre volte triste. A volte amava stare con gli altri, a volte da solo, anzi, non voleva vedere nessuno intorno a lui. A volte era curioso e faceva mille domande, altre volte svogliato, pigro e disattento. A volte era soddisfatto, a volte immusonito e ombroso. Insomma, era un folletto, con tutti i suoi pregi e difetti. Con le sue capacità e le sue difficoltà.  I grandi lo giudicavano strano, ma i bambini lo capivano benissimo, perché spesso si sentivano proprio come lui, e magari senza un motivo.

 

 

ATTIVITA’

 

 

  1. disegno il folletto. Se vuoi fallo allegro, triste, svogliato ecc…
  2. disegno dove vive
  3. cartellone bosco
  4. schede con alberi vari
  5. collage coi folletti dei bambini e le loro case

 

PROTOTIPO DI STREGA COMUNE

Strega-Giobia

Nel mio libro, Vanina la Zoppa, affronto il tema della stregoneria e ovviamente della figura mitologica della strega. Ma detto tra noi, io, una strega vera non l’ho mai vista. Non so voi, ma vediamo come, secondo la tradizione, potrebbe presentarsi, casomai ne incontraste qualcuna in una notte fredda e buia, magari nei dintorni di un cimitero.

 Quindi, come si presenta una strega?

Allora, la strega comune di solito ha folte sopracciglia che non riescono a celare occhi nero pece, più scuri della notte, più terrificanti delle tenebre, così orribili da far rabbrividire chiunque vi cada con lo sguardo.     

La bocca di una megera è grande, racchiusa da sottilissime labbra, e contornata da peluria si fitta da parer veri baffi d’uomo.

Ha il busto corto e schiacciato a causa del peso del grosso ventre deforme.

Le gambe sono corte, storte e i piedi lunghi, coperti da stivali neri, bucati e a punta.

La sua pelle è olivastra, raggrinzita e cadente. I capelli crespi, grigi, a tratti bianchi, nascondono lunghe orecchie appuntite, che tutto riescono a sentire, da un batter d’ali di mosca fino al vagito di bambino a tre isolati di distanza.

Il volto è infestato da rughe e brufoli, tra questi risalta un enorme neo peloso, che ha sulla parte sinistra dell’enorme naso ricurvo a guisa di becco d’aquila.
Le unghie sono giallastre, bitorzolute, spesse e lunghe. Affilate come lame di coltelli, e le tiene ben nascoste sotto i guanti, anche d’estate. Narici a conchiglia per sentire meglio l’odore dei bambini che più sono puliti e profumati, più per loro, puzzano.

La strega è molto bassa e veste solo di nero. Oltre a uno scialle tutto bucato porta calzettoni di lana pesante che le ricoprono i piedi ossuti e le gambe raggrinzite e secche. Il gonnellone nero ricopre la sottogonna, anch’essa nera, e sotto la sottogonna c’è la camicia da notte, un tempo bianca, la stessa con la quale si corica. In testa un fazzoletto logoro, bucato, bruciacchiato e sporco, testimone scomodo di molte battaglie notturne col suo amico Satanasso. La strega puzza, emana un fetore nauseabondo perché non si lava mai, odia l’acqua. Ha un grosso seno che ricade pesante sul ventre gonfio.

 

I denti sono pochi e marci, l’alito così fetido che pare abbia mangiato una carogna, mastica spesso tabacco che sputa sul pavimento della sua sovente lercia spelonca.

Sulla spalla destra sta sempre assopito un corvaccio che ogni tanto emette un suono rauco di lamentazione.

La strega siede sempre davanti al fuoco del camino fuligginoso, perennemente rimestando, nel paiolo, uno strano intruglio magico maleodorante. Con voce gracchiante e sgradevole, simile a quella del corvo, recita continuamente formule magiche incomprensibili.

Per casa scorrazzano liberi gatti neri, topi enormi e scarafaggi che corrono contro i muri. Negli scaffali conserva barattoli contenenti serpenti mummificati, code di drago, ragni, insetti e strani pezzi di materia indefinibile.

Barattoli contenenti radice di mandragora, polvere d’assenzio, belladonna e laudano, artemisia, stramonio e giusquiamo nero.

Non ha amici, né parenti, vive sola coi suoi animali, non chiede e non dà nulla a nessuno.

Pochi la visitano e scappano appena possono, non vuole  denaro, ma i suoi compensi sono molto strani. Meglio starle alla larga, ma, se le sarete simpatico non vi nuocerà, altrimenti finirete insieme agli altri sgraditi ospiti misteriosamente scomparsi, cioè:

tra le erbe del suo orto, trasformati in zucche, rospi o maialini. 

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GIUSQUIAMO NERO pianta molto pericolosa dalla quale si ricava la scopolamina

 

 

by Emanuela Vacca

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

I CONNETTIVI ….QUESTI SCONOSCIUTI

Oggi parliamo un po’ di questi utilissimi, quanto difficilissimi da gestire, connettivi logici.

SONO ELEMENTI GRAMMATICALMENTE ETEROGENEI CHE ALTERNANDOSI TRA LORO ASSICURANO I RAPPORTI LOGICI E SINTATTICI TRA LE VARIE PARTI DEL TESTO, e sostengo sempre, tra gli esseri umani.

 

A COSA SERVONO:

 

  1. a) chiariscono i legami logici tra le parti del testo;
  2. b) segnalano i rapporti che l’autore ha voluto instaurare tra le informazioni date;

 

  1. c) guidano all’interpretazione del testo;

 

  1. d) integrano progressivamente le informazioni;

 

  1. e) contribuiscono alla progressione della trattazione argomentativa.

 

Questi sono i connettivi logici più usati in base alle funzioni principali che un testo richiede. Alcuni connettivi possono assumere delle funzioni logiche diverse a seconda del contesto

 

TEMPORALE:

  • quando – mentre – durante

 

  • prima – precedentemente – in precedenza – dapprima – già

 

  • contemporaneamente – allo stesso tempo

 

  • poi – successivamente – dopo di che – nel frattempo – in seguito – proseguendo

 

  • a partire da – fino a

 

CAUSA:

 

  • perché – poiché – per il fatto che – siccome – in quanto – dal momento che

 

  • dato che – visto che – in ragione di/del…

 

CONSEGUENZA:

 

  • così – perciò – quindi – dunque – pertanto – di conseguenza – conseguentemente – per questo motivo – per cui – segue che – ne risulta che – ne discende che

FINE:

 

  • per – affinché – al fine di – in vista di

 

LIMITAZIONE o  CONTRASTO:

 

  • benché – sebbene – anche se – quantunque – per quanto

 

  • comunque

 

  • per quanto riguarda – per quanto concerne

 

  • ma – però

 

  • tuttavia – ciononostante – nonostante ciò – nonostante il fatto che – malgrado ciò – eppure

 

  • invece – mentre – d’altra parte – d’altro canto – per contro – al contrario – contrariamente a… – piuttosto
  • da una parte…, dall’altra…

 

CONDIZIONE:

 

  • se – a condizione che – nel caso in cui – purché – ammesso che

 

  • a meno che – se… non…

 

CONCLUSIONE:

 

  • infine – in conclusione – per concludere – concludendo – in ultima analisi – ebbene

 

  • per farla breve – stringendo – insomma – in fin dei conti

 

RIFORMULARE UN CONCETTO:

 

  • in altre parole – cioè – vale a dire

 

  • a dire il vero – in verità – effettivamente

 

  • precisamente

 

 SUDDIVIDERE

 

  • prima di tutto – innanzitutto

 

  • per cominciare

 

  • primo… ultimo…

 

  • poi , infine

 

FARE/PRESENTARE

 

 

AGGIUNTA:

  • anche – così pure – pure

 

  • e – poi

 

  • inoltre – in aggiunta

 

  • fra l’altro – d’altronde – peraltro – d’altra parte

 

  • per di più – per giunta

 

CONFRONTRO:

 

  • come

 

  • similmente – nello stesso modo – allo stesso modo

 

  • più – meno… di – che – tanto… quanto

 

ESEMPIO:

 

  • per esempio – come nel caso di… – si veda… – quale – cioè

 

SPIEGAZIONE:

 

  • infatti – in realtà – in effetti – ecco perché

 

SINTESI:

 

  • insomma – in altri termini – in breve – in sostanza

 

RINVIO:

 

  • per queste ragioni – mediante sistemi del genere – come già detto in precedenza

 

VALUTAZIONE:

 

  • purtroppo – magari – certamente – probabilmente

 

ESPRIMERE UN’OPINIONE o UN’IPOTESI

 

  • per me – secondo me – secondo Pinco – a mio giudizio – a giudizio di Pinco/di tutti

 

  • per quanto ne sappiamo/ne sanno

 

  • si pensa che – si crede che – si ritiene che

 

  • da quanto (ci) risulta

 

  • sulla base di…

 

 ENFATIZZARE/SOTTOLINEARE

 

 

  • soprattutto – in particolare – in modo particolare – particolarmente – specialmente

 

  • vale la pena di…

 

  • vorrei richiamare la vostra attenzione a/su…

 

  • vorrei sottolineare – vorrei ribadire

 

  • non sarà superfluo notare che…

 

 

ULTIMA CHICCA: I connettivi sono molto usati in poesia, e vi lascio con una lirica speciale

Da   Alle fronde dei salici

 

“E come potevano noi cantare

Con il piede straniero sopra il cuore,

fra i morti abbandonati nelle piazze

sull’erba dura di ghiaccio, al lamento

d’agnello dei fanciulli…”

 

Salvatore Quasimodo

DETECTIVE PER UN GIORNO

Quante volte i nostri alunni ci hanno chiesto di poter creare un giallo, magari anche a gruppi. Ecco una facile guida che trovai tempo fa sul web. Ve la ripropongo con qualche modifica, se siete interessate cliccate sul link qui sotto. Ciao e buon lavoro!!

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LA FAVOLA DEI COLORI

 

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Era un sabato mattina e tutti i colori uscirono per andare al mercato.

“Buon giorno signor Arancione !” – disse il signor Blu.

“Buon giorno a Lei Signor Blu ha visto che bel cielo azzurro oggi?”

“E’ solo azzurro! Io sono più bello perchè sono arancione, il colore della vitalità, delle vitamine, delle carote e delle arance!”

“Ma cosa state dicendo?” – interviene il Signor Verde – “Io sono il colore più bello, sono il colore dei prati e delle foglie degli alberi!”

“Vorreste che fosse vero! In realtà sono io il colore più affascinante perchè sono il rosso, colore della passione. Tutti i cuoricini che disegnano i bambini sono di questo colore: il colore  dell’amore!”

“Anch’io sono disegnato spesso dai bambini cari signori! Sono il Giallo il colore   del sole!”

Ad un certo punto i colori si mettono a litigare “Sono io il più bello…” “Non è vero sono io!”

In quel momento il cielo comincia a diventare grigio e le nuvole spuntano all’orizzonte  e boom! I tuoni si fanno sentire e sono molto arrabbiati perchè i colori non devono litigare, sono gli amici dei bambini, sempre presenti nei loro astucci e disponibili a farli divertire inventando mille disegni!

A quel punto i colori rimasero impauriti dai tuoni e dai fulmini  e così si abbracciarono.

Allora spuntò il sole ed un meraviglioso arcobaleno nel quale sono presenti tutti i colori.

I signori colori capirono che tutti sono belli e importanti. L’arcobaleno non sarebbe così stupendo se fosse composto  da un unico e solo colore. E’ bellissimo proprio perchè lo compongono tutti insieme e ora sanno che la cosa più importante è rispettarsi e volersi bene tutti quanti. 

I colori dell’arcobaleno sono i colori della pace.

La pace è fatta dall’unione da tante cose diverse in armonia tra loro.

 

 

Care colleghe, avete il programma di storia da

Care colleghe, avete il programma di storia da finire e non avete piu tempo? Ce un metodo che ho inventato io e che vi fara finire in un baleno le lezioni mancanti, divertira i bambini un mondo e rendera il triplo  come ricaduta, invece di una semplice lezione frontale..se voletescrivete a :  emanuela.vacca@gmail.com

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